Differenze trascrizionali fra uomini e donne nella depressione

 

 

GIOVANNA REZZONI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 23 settembre 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Per decenni, le differenze fra uomini e donne nella depressione sono rimaste confinate all’esperienza di conoscenza psicoterapeutica e considerate in chiave psicologica. I vissuti, lo stile di rapporto, le tappe della vita biologica ed affettiva delle donne, particolarmente con la depressione post-partum e la psicopatologia della menopausa legata alla perdita della possibilità di generare, costituivano parte della conoscenza clinica tradizionale.

Gli psichiatri di buona formazione neuroscientifica hanno sempre saputo di probabili differenze fra i sessi nella fisiopatologia dei disturbi distimici, ma la prima evidenza clinica che ha avuto immediata risonanza internazionale è stata la bassa percentuale di efficacia nei pazienti di sesso maschile degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), quando si era al culmine del loro impiego terapeutico in tutto il mondo. Il frequente impegno considerevole, se non addirittura prevalente, dei sistemi neuronici segnalanti mediante noradrenalina su quelli serotoninergici nei maschi, aveva indotto molti psichiatri a tornare alla prescrizione dei poco selettivi triciclici, quali imipramina ed amitriptilina, con migliori esiti terapeutici. Gli scambi fra ricerca di base e clinica, grazie anche ai numerosi progetti di translational psychiatry, sono cresciuti nel tempo e le differenze nella depressione fra uomini e donne sono stati comparati a quelli, peraltro di gran lunga minori, esistenti fra maschi e femmine delle specie di roditori di laboratorio sottoposti a stress, sui quali avviene la massima parte del lavoro sperimentale. Oggi la neurochimica, e più in generale la neurobiologia, della depressione connessa con i disturbi d’ansia comincia ad assumere un profilo ben definito con un chiaro dimorfismo sessuale.

La ricerca genetica, come da noi documentato negli anni recenti, ha individuato delle differenze apparentemente notevoli, ma ancora difficili da valutare nella loro reale incidenza fenotipica.

Un nuovo studio, nato dalla collaborazione fra gruppi di ricerca di prestigiosi istituti, ha individuato elementi trascrizionali specifici per il sesso nella depressione umana.

 (Labonté B., et al. Sex-specific transcriptional signatures in human depression. Nature Medicine 23 (9): 1102-1111, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Fishberg Department of Neuroscience and Friedman Brain Institute, Department of Genetics and Genomic Sciences and Icahn Institute for Genomics and Multiscale Biology, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, New York (USA); Department of Neuroscience, University of Pittsburg, Pittsburg, Pennsylvania (USA); Department of Psychiatry, The University of Texas Southwestern Medical Center, Dallas, Texas  (USA); Department of Psychiatry, McGill University, Montreal, Québec (Canada); Department of Brain and Cognitive Sciences, Massachusetts Institute of Technology (MIT), Cambridge, Massachusetts (USA).

Come si diceva più sopra, le differenze fra i sessi nei disturbi depressivi sono ormai note per molti aspetti relativi alle basi biologiche, ma più in generale si può notare che esiste un dimorfismo fenotipico che si esprime in una differenza di incidenza, sintomatologia e tipo di trattamento efficace. Tuttavia, i meccanismi molecolari che si possono considerare responsabili delle differenze legate al sesso dei processi neuro- e psicopatologici, non sono ancora bene definiti.

Labonté e colleghi hanno provato a tracciare un profilo trascrizionale per ciascun sesso, realizzando uno studio su 6 regioni cerebrali particolarmente importanti per la fisiopatologia depressiva, mediante la combinazione di analisi dell’espressione differenziale e analisi della rete di coespressione genica. Il risultato è un’estesa e dettagliata caratterizzazione dei profili trascrizionali maschile e femminile associati al disturbo depressivo maggiore (MDD, da major depressive disorder). Il lavoro di analisi genetica è stato condotto paragonando e cercando le coincidenze fra i profili umani e quello del modello sperimentale maggiormente accostato nello studio genetico alla depressione umana, ossia il topo sottoposto a stress variabile cronico.

I ricercatori hanno rilevato le vie biochimiche convergenti fra profili umani e murini e le hanno impiegate per definire i meccanismi molecolari e fisiologici sottostanti l’espressione di suscettibilità allo stress di maschi e femmine.

I risultati della sperimentazione mostrano un processo principale di riorganizzazione dei patterns trascrizionali nella depressione maggiore, con una limitata coincidenza fra persone di sesso maschile e femminile, così come accadeva fra maschi e femmine di topi sottoposti a stress variabile cronico.

Labonté e colleghi hanno identificato dei regolatori chiave di reti di geni alla base del disturbo depressivo maggiore e specifici per ciascun sesso ed hanno trovato conferma del loro impatto sesso-specifico in qualità di mediatori della suscettibilità allo stress. Ad esempio, la regolazione in basso dell’hub gene specifico delle femmine Dusp6 nella corteccia prefrontale mimava la vulnerabilità allo stress delle femmine, ma non dei maschi, accrescendo la segnalazione ERK e l’eccitabilità di neuroni piramidali. Tale regolazione con diminuita espressione di Dusp6 riproduceva il rimodellamento trascrizionale che si verifica nella corteccia prefrontale affetta da depressione nel sesso femminile.

L’insieme degli interessanti dati genetici emersi da questo studio, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del testo integrale dell’articolo originale, rivela un marcato dimorfismo sessuale al livello del processo di trascrizione nel disturbo depressivo maggiore, e sottolinea la necessità e l’importanza di studiare trattamenti differenziati e specifici per le donne e gli uomini.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanna Rezzoni

BM&L-23 settembre 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.